AIB Notizie 02/2004
Diritto d'autore: si arriverà al prestito a pagamento?
Vittorio Ponzani
Quella che finora per i bibliotecari italiani era stata un'idea inconcepibile rischia oggi di divenire realtà: le biblioteche potrebbero essere costrette da una legge a introdurre la tariffazione per il prestito dei libri. Un fatto del genere metterebbe in discussione la funzione della biblioteca di garantire il diritto alla lettura e alla libera circolazione delle opere e delle idee e l'idea stessa della biblioteca come servizio pubblico.
La Commissione europea, infatti, ha avviato il 16 gennaio 2004 un procedimento di infrazione (IP/04/60) contro Italia, Spagna, Francia, Irlanda, Lussemburgo e Portogallo, per non aver recepito, nella propria legislazione, la normativa europea relativa al diritto di prestito e altri diritti connessi al diritto d'autore, in particolare per quanto riguarda la tariffazione del prestito bibliotecario. Le legislazioni nazionali di questi paesi prevedono attualmente l'esonero per tutte le istituzioni che offrono il servizio di prestito dall'obbligo di remunerare i titolari dei diritti d'autore, con la conseguenza che in questi Stati il diritto di prestito pubblico non è applicato.
Ma quale normativa regola il prestito in biblioteca? Si tratta della Direttiva 92/100/CEE del Consiglio del 19 novembre 1992 concernente il diritto di noleggio, il diritto di prestito e taluni diritti connessi al diritto di autore in materia di proprietà intellettuale che, all'articolo 2, riconosce che l'autore è il titolare del diritto di prestito. L'articolo 5 prevede inoltre che è possibile «derogare al diritto esclusivo previsto all'articolo 1 per il prestito da parte di istituzioni pubbliche, a condizione che almeno gli autori ricevano una remunerazione per tale prestito», mentre il paragrafo 3 afferma che è possibile «esonerare alcune categorie di istituzioni dal pagamento della remunerazione».
È evidente che le biblioteche avrebbero tutti i requisiti per rientrare tra le istituzioni esonerate dal pagamento, ma sarebbe necessario un impegno del governo italiano per la difesa del principio di gratuità del prestito di fronte alla Commissione europea.
Se la tariffazione dei prestiti diventasse obbligatoria i costi andrebbero a ricadere, direttamente o indirettamente, sugli utenti, magari facendo pagare la tessera di prestito oppure una quota per ogni prestito. Se invece fosse la biblioteca stessa a farsi carico dei costi, il risultato sarebbe comunque quello di avere minori risorse per incrementare le collezioni.
In AIB-CUR molti messaggi denunciano che una tutela "cieca" della proprietà intellettuale rischia di diventare un concreto ostacolo alla circolazione delle idee e della cultura. La politica degli editori – proseguono i messaggi – è irresponsabile, perché per ottenere qualche vantaggio economico immediato colpisce i pochi che leggono e le poche istituzioni che si adoperano per promuovere i libri e la lettura, in un paese che ha i livelli di lettura tra i più bassi d'Europa, andando in questo modo a peggiorare la già difficile situazione del mercato librario italiano.
Viene inoltre ritenuto inaccettabile che all'interno di una libera economia di mercato gli editori e gli autori non siano liberi di accettare o meno una politica di tariffazione delle proprie opere, sia per quanto riguarda le fotocopie che il prestito in biblioteca; infatti, molti autori ed editori, più interessati alla diffusione delle loro opere e delle loro idee piuttosto che al guadagno, non ottengono alcun vantaggio da provvedimenti di questo genere mentre ne subiscono i danni.
Viene quindi provocatoriamente proposta una soluzione per cui i libri in biblioteca vengano contrassegnati da un bollino che indichi la politica del rispettivo editore: mentre un libro potrebbe andare in prestito ed essere fotocopiato gratuitamente, perché così ha deciso l'editore, per un altro invece potrebbe essere prevista una tariffazione.
Alcuni messaggi infine segnalano le iniziative di mobilitazione realizzate per sensibilizzare su questo problema l'opinione pubblica e gli utenti delle biblioteche: in Spagna (altro paese colpito dal procedimento di infrazione), il quotidiano «El Pais» ha pubblicato una lettera di trentadue bibliotecari e direttori di biblioteche contrari all'introduzione del prestito a pagamento nelle biblioteche spagnole, e un appello-manifesto è stato sottoposto a numerosi scrittori, tra cui il premio Nobel José Saramago. Sono inoltre previste a Guadalajara, per il 21 e 22 febbraio, due giornate di discussione e di protesta; contemporaneamente e in raccordo con l'iniziativa spagnola, in Italia la Biblioteca civica di Cologno Monzese ha organizzato per il 21 febbraio una giornata di mobilitazione, con il patrocinio dell'AIB e del Sistema bibliotecario nord-est della Provincia di Milano.
Un messaggio in lista di un membro del Comitato esecutivo nazionale dell'AIB ribadisce la preoccupazione dell'Associazione per un provvedimento che mette in discussione l'uso pubblico delle biblioteche e che per questo intende lanciare una campagna di sensibilizzazione e mobilitazione nazionale intitolata "No al prestito a pagamento",
ponzani@aib.it
L'archivio storico di tutti i contributi inviati in AIB-CUR è consultabile, da parte degli iscritti alla lista, a partire dall'indirizzo https://www.aib.it/aib/aibcur/aibcur.htm3
PONZANI, Vittorio. Diritto d'autore: si arriverà al prestito a pagamento? «AIB Notizie», 16 (2004), n. 2, p. 6.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2004-03-06 a cura di Franco Nasella
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