AIB Notizie 2/2003
BIB-WEB: la letteratura professionale italiana in Internet
Vittorio Ponzani
Negli ultimi anni la letteratura professionale relativa all’ambito della biblioteconomia e delle scienze dell’informazione in Italia è notevolmente cresciuta e contemporaneamente è cresciuta anche la sua visibilità e la possibilità del suo reperimento, sia attraverso strumenti bibliografici sempre più ricchi sia per la maggiore quantità di informazione in formato elettronico disponibile su Internet. Molto tempo è passato dalla nascita della Letteratura professionale italiana (LPI), pubblicata per la prima volta nel 1975, a cura di Vilma Alberani, sul «Bollettino d’informazioni» dell’AIB, di cui oggi rappresenta la rubrica più longeva e una delle più apprezzate.
Nel corso degli anni la LPI si è ampliata e si è evoluta, aggiungendo alla tradizionale versione cartacea anche una versione in formato elettronico (prima su floppy e poi su CD-ROM), che prende il titolo di Bibliografia italiana delle biblioteche del libro e dell'informazione (BIB); questa è curata da Alberto Petrucciani e Giulia Visintin, e vi sono state progressivamente cumulate le varie annate della LPI, rappresentando così la più ampia bibliografia prodotta in Italia in questo campo.
Se fin dall’inizio della sua storia la Letteratura professionale italiana ha offerto, al lettore del «Bollettino», il piacere e l’utilità di essere costantemente informato sulle nuove pubblicazioni di ambito professionale, è però vero che l’introduzione di una versione elettronica ha offerto maggiori possibilità di fare ricerche complesse, incrociando diversi campi di ricerca su tutti i documenti indicizzati nel repertorio. Tuttavia un limite della versione elettronica è riscontrabile nell’aggiornamento poco frequente, visto che dal 1995 a oggi sono state pubblicate cinque versioni (tre floppy, compreso un numero 0 e due CD-ROM), in ognuna delle quali sono stati cumulati gli spogli degli ultimi anni, con un progressivo recupero retrospettivo degli anni precedenti. Questo limite è stato finalmente superato con la nascita di BIB-WEB, la versione online della bibliografia, che dall’inizio di dicembre è disponibile, in versione ancora sperimentale, in AIB-WEB (https://www.aib.it/aib/bib/bib.htm), grazie alla collaborazione della Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza (che ospita la banca dati sul suo server) e della H&T, una società con grande esperienza nel campo dei software di ricerca per le biblioteche, che fin dall’inizio ha curato la versione elettronica di BIB.
La differenza tra la versione online e quella in CD-ROM riguarda fondamentalmente il periodo di copertura: quest'ultima, infatti, copre gli anni 1980-1999, mentre in BIB-WEB sono state immesse le schede 1992-2001. Si prevede un arricchimento della versione Web, anche se non è ancora ben chiaro in che modo questa affiancherà la versione in CD-ROM. Dal punto di vista grafico e da quello delle modalità di interrogazione della banca dati non si riscontrano significative differenze tra le due versioni, se non per qualche dettaglio legato al diverso supporto elettronico. In entrambe le versioni il software di ricerca è piuttosto “amichevole” e intuitivo, almeno per le sue funzioni principali.
Lo scorso 12 dicembre si è tenuta a Venezia, presso l’Università Ca’ Foscari, la presentazione di questa nuova versione online di BIB. Hanno partecipato, oltre ai curatori Petrucciani e Visintin, anche Riccardo Ridi, docente di biblioteconomia e coordinatore di AIB-WEB, e Alessandro Bertoni, rispettivamente docente di biblioteconomia e direttore dei servizi bibliotecari di quell’ateneo. Il luogo della presentazione è sembrato particolarmente significativo, dal momento che proprio gli studenti dei corsi di biblioteconomia sono tra i destinatari privilegiati della LPI/BIB, che intende offrire loro i percorsi, non solo bibliografici ma più ampiamente culturali, per conoscere e documentarsi sul mondo delle biblioteche e sulla professione che stanno per intraprendere, acquisendo un’abitudine all’aggiornamento che (si spera) durerà per tutta la loro vita professionale.
Riccardo Ridi, nella sua introduzione, ha sottolineato l’importanza dell’aspetto ipertestuale che caratterizza BIB-WEB rispetto alle precedenti versioni di questo repertorio. BIB-WEB, infatti, non è solo una bibliografia, ma attraverso il collegamento tra il riferimento bibliografico e il full-text del documento disponibile su Internet si configura come il catalogo di una biblioteca virtuale. Questo fa sì che l’aspirazione al “controllo bibliografico universale” (almeno disciplinare), già perseguito attraverso la LPI/BIB, si possa saldare con il principio della “disponibilità universale delle pubblicazioni”, la realizzazione della quale passa non solo attraverso i link ai full-text in rete, ma anche, quando è possibile, attraverso la segnalazione della collocazione del volume all’interno della biblioteca dell’AIB a Roma (che offre un efficiente servizio di prestito interbibliotecario e di document delivery).
Alberto Petrucciani e Giulia Visintin hanno poi rievocato la storia della LPI e delineato le motivazioni che ne sono state all’origine e che ancora oggi mantengono il loro immutato valore. La nascita della Letteratura professionale italiana è stata probabilmente influenzata da un incontro che nel lontano 1972 ebbe la sua prima curatrice, Vilma Alberani, a bordo di un battello sul Danubio, con un bibliotecario ungherese. Quest’ultimo sottolineò l’importanza di creare uno strumento bibliografico per il controllo e la diffusione della letteratura professionale, già da allora sparsa in una miriade di riviste e rivistine che spesso non avevano nulla a che fare con il mondo delle biblioteche, ma che invece erano dedicate ai temi quali turismo, storia, letteratura ecc. Vilma Alberani maturò questa idea finché, nel 1975, venne pubblicata sul «Bollettino d’informazioni» dell’AIB la prima puntata della Letteratura professionale italiana. In ogni fascicolo del «Bollettino» vennero pubblicate dalle 100 alle 200 segnalazioni bibliografiche, suddivise per voci secondo una classificazione studiata apposta per le esigenze di questa rubrica. Nel tempo questa classificazione ha subito diverse modifiche e aggiustamenti, mai radicali, in genere nella forma dell’allargamento di voci e sottovoci, per adattarla a un ambito disciplinare difficilmente definibile a priori e che si allarga spesso, come si diceva, anche in campi disciplinari limitrofi e affini.
Nel 1989 la cura della LPI fu affidata a Carlo Revelli, che agli inizi del 1990 introdusse un nuovo schema di classificazione, più coerente e più flessibile in funzione di una più corretta applicazione della classificazione ad argomenti nuovi che interessano il mondo delle biblioteche.
La LPI/BIB comprende le segnalazioni bibliografiche relative agli scritti di biblioteconomia e scienze dell’informazione pubblicati in Italia o anche pubblicati all’estero, purché di autore italiano o riguardanti l’Italia. Non vuole quindi essere solo una bibliografia di studi italiani di biblioteconomia, ma intende segnalare anche tutta quella letteratura che ha come oggetto le biblioteche e i bibliotecari italiani, documentando in questo modo l’attività dei bibliotecari in una prospettiva ben più ampia di quella specifica della biblioteconomia. Con le sue 12.000 schede presenti per 20.000 scritti di 11.000 autori, tratte da oltre 700 periodici, la LPI/BIB è la più vasta bibliografia italiana in questo ambito disciplinare, che peraltro non è coperto da nessun altro strumento bibliografico dopo la celebre Bibliotheca bibliographica italica di Ottino e Fumagalli, che si ferma al 1900. Inoltre, il livello di copertura della letteratura italiana biblioteconomica nelle banche dati bibliografiche internazionali è bassissimo, se si pensa che LISA nel periodo che va dal 1969 a oggi conta solamente un migliaio di schede relative a scritti di autori italiani o dedicati all’Italia, tra l’altro con molti errori.
Oltre al nucleo di biblioteconomia e ai temi strettamente collegati alle biblioteche, la LPI/BIB copre anche campi collaterali, come la bibliografia, la documentazione, la lettura, la storia del libro, l’archivistica (ovviamente in quanto disciplina distinta e non sovrapposta, ma con interessi comuni) e molti altri aspetti legati a vario titolo alla professione bibliotecaria, come la normalizzazione (attività in cui i bibliotecari sono da sempre impegnati), la legislazione (sicurezza degli edifici, conservazione dei beni culturali), l’automazione, la politica bibliotecaria e più in generale la politica culturale.
I curatori della LPI/BIB hanno inoltre scelto di inserire anche gli scritti dedicati all’editoria, ampiamente rappresentata nella LPI/BIB con quasi 2000 schede, di cui più della metà presenti in BIB-WEB, relative sia agli aspetti storico-culturali che a quelli economici e commerciali. Questo ambito, come pure quello della letteratura e dell’editoria per i ragazzi, pur non potendo essere incluso nelle scienze dell’informazione, è stato preso in considerazione sia perché in ogni caso molto vicino alla professione bibliotecaria, sia perché non esistono altri strumenti bibliografici che ne consentono il reperimento.
Per quanto riguarda le varie tipologie di materiali compresi nella banca dati, certamente la maggior parte delle schede è relativa ad articoli di periodici, che tuttavia vanno intesi nel senso più ampio, comprendendo per esempio non solo quelli in formato cartaceo, ma anche in formato elettronico. Sono stati inoltre presi in considerazione anche quei “contenitori” editoriali disponibili in rete, privi di una periodicità prestabilita, nei quali sono raccolti interventi che si possono assimilare ad articoli di periodici (per esempio i Contributi in AIB-WEB, l’ESB Forum di E.S. Burioni ecc.). Si possono addirittura trovare alcuni messaggi “pubblicati” in AIB-CUR, la lista di discussione dei bibliotecari italiani, quando sono stati considerati di particolare rilevanza professionale.
Naturalmente nella LPI/BIB troviamo anche spogli di monografie, con una nota di contenuto che riporta i titoli dei singoli interventi, nel caso si tratti di miscellanee. Potrebbe sorgere qualche dubbio circa l’opportunità di fare lo spoglio delle monografie, dal momento che queste potrebbero essere facilmente recuperate attraverso i numerosi OPAC disponibili in rete. Tuttavia, oltre al vantaggio di trovare riuniti insieme in un unico repertorio tutti i documenti dedicati allo stesso ambito disciplinare, lo spoglio delle monografie trova la sua giustificazione nel fatto che i cataloghi raramente sono completi rispetto a una specifica disciplina. Si pensi che la stessa Bibliografia nazionale italiana (BNI) ha lacune significative, valutabili intorno al 30% della produzione editoriale. Inoltre, la catalogazione della LPI/BIB ha un carattere assai più analitico, riportando tutti i punti di accesso, l’analisi del contenuto e le eventuali recensioni ottenute dal libro stesso.
Nel tentativo di coprire tutte le tipologie di materiali, purché relativi alla disciplina, la LPI/BIB comprende anche standard, letteratura grigia e materiale minore, documenti elettronici, CD-ROM ecc.
Per concludere, si sottolinea come il fatto che BIB-WEB sia disponibile gratuitamente in rete rappresenta un’evoluzione della LPI/BIB in direzione di una sempre maggiore diffusione della letteratura professionale italiana. Infatti, mentre la versione in CD-ROM è distribuita ai soci AIB più un centinaio tra biblioteche e riviste straniere, la versione online, una volta che della sua esistenza siano informati tutti i possibili interessati, garantisce una diffusione potenzialmente illimitata delle informazioni relative a quanto viene pubblicato in Italia e a cosa scrivono gli stranieri sulle biblioteche italiane. Questo è particolarmente importante per i bibliotecari, gli studiosi e tutti quelli che si avvicinano alla professione bibliotecaria, tra i quali finora sembrerebbe mancare la sufficiente consapevolezza dell’esistenza di una così ricca bibliografia.
ponzani@aib.it
PONZANI, Vittorio. BIB-WEB: la letteratura professionale italiana in Internet. «AIB Notizie», 15 (2003), n. 2, p. 13-14.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2003-03-09 a cura di Franco Nasella
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