AIB Notizie 10-11/2002
Nuove biblioteche per nuovi bisogni:
l’architettura di fronte alle sfide della tecnologia (1990-2000)
Francesca Bernardi
Il 16 ottobre 2002 è stata inaugurata la Biblioteca nazionale di Alessandria d’Egitto. Il giorno precedente uno degli architetti dello studio norvegese Snøhetta, che per 12 anni ne ha seguito il progetto di realizzazione, Craig Dykers, apriva la sessione del convegno “Nuove biblioteche per nuovi bisogni”, portando un segno tangibile di sostegno a tutti i progetti di nuove biblioteche oggi in corso.
Il convegno ha visto la partecipazione di alcuni esperti impegnati da lungo tempo a livello internazionale nel rinnovamento strutturale degli edifici bibliotecari di svariate tipologie (biblioteche nazionali, universitarie, di pubblica lettura), che hanno offerto una prospettiva ad ampio raggio sui nuovi modelli impostisi in Europa: Marie Françoise Bisbrouck, Graham Bulpitt, Jacques Antoine Riva e Tanja Notten, oltre alle presenze di nomi ben noti in Italia quali Antonella Agnoli e Paolo Bellini, quest’ultimo coordinatore delle due sessioni del convegno.
Craig Dykers ha presentato un’esaustiva documentazione sulla fase di progetto e di realizzazione: un centinaio di immagini che hanno spiegato il senso del progetto, dagli schizzi dell’ideazione iniziale a quelli del progetto definitivo, concludendo con un film che mostra l’impatto della biblioteca nella sua magnificente monumentalità.
Affacciata sul golfo di Alessandria d’Egitto, la biblioteca nazionale si presenta come un disco trasparente inclinato a Occidente, ricoperta nella sua circonferenza da pietre bianche incise da lettere e segni di tutti gli alfabeti conosciuti, che riassumono la sua vocazione universale e storica. La monumentalità dell’edificio ben risponde alle esigenze simboliche e rappresentative di una biblioteca nazionale, e al tempo stesso segna una nuova presenza che ha permesso una vitale riqualificazione del quartiere in cui sorge con un suo ruolo sociale e di polo di attrazione culturale.
Da trent’anni priva di una biblioteca nazionale, la Repubblica araba d’Egitto, grazie al sostegno dell’Unesco, che ha stanziato 150 milioni di dollari, si arricchisce oggi di un edificio di 70.000 mq, dotato delle tecnologie più avanzate per i servizi di informazione e comunicazione.
Dykers ha inoltre rilevato la stretta collaborazione intercorsa tra architetti e bibliotecari sia nella programmazione architettonica della nuova struttura sia in quella biblioteconomica, e ha evidenziato la necessità di un dialogo aperto tra differenti figure professionali (architetti, bibliotecari, autorità locali) per un risultato di progetto efficiente ed efficace.
Da quest’ultima considerazione si è sviluppato l’intervento di Jacque Antoine Riva, docente dal 1992 di Ergonomia degli arredi bibliotecari presso l’Enssib (École nationale supérieure des Sciences de l’information et des bibliothéques). La sua attenzione è ricaduta sull’analisi di progettazione e sulla scelta degli arredi, in quanto questa particolare fase della progettazione dovrebbe vedere i bibliotecari in posizione più attiva; ricoprono difatti un ruolo che li rende più sensibili e attenti a comprendere abitudini e necessità di confort degli utenti. Il suo discorso si è soffermato su una serie di soluzioni a problemi strutturali che ogni giorno architetti e bibliotecari sono chiamati ad affrontare per rendere la biblioteca un luogo sicuro, di facile accesso, funzionale, adatto a tutte le diverse necessità di studio, e al tempo stesso a costi contenuti per gestione e manutenzione.
Dalle poliedriche soluzioni dell’esperienza di Riva si è poi passati a un caso specifico di biblioteca, quello dell’Università di Sheffield (Gran Bretagna). Graham Bulpitt, direttore del University Learning Centre ha descritto la nuova biblioteca del campus che nel 1999 vinse lo Sconul Architecture Award imponendosi per la nuova tipologia di servizio che compariva in Europa. L’università di Sheffield fu infatti la prima istituzione in Europa ad investire su una nuova concezione bibliotecaria lontana dalle tipologie tradizionali. Il progetto per il Learning Centre fu avviato nel 1992 ed è stato terminato nel 1999: sette piani, 1600 posti di lettura, uno staff specializzato di 230 persone. La missione della nuova biblioteca doveva rispondere ad esigenze che per la prima volta nel mondo universitario inglese chiedevano soddisfazione: l’aumento della popolazione universitaria (40% negli ultimi dieci anni), categorie nuove di studenti (studenti part time, a distanza), metodi d’insegnamento rapido e la nuova frontiera dell’e-learning; il tutto in un contesto di profonda diversificazione del materiale documentario scientifico accompagnato dalla diminuzione della capacità di acquisto delle biblioteche. Le caratteristiche innovative della nuova struttura hanno avuto facile seguito imponendosi come uno dei modelli possibili per l’immediato futuro e che hanno avuto larga diffusione in Gran Bretagna, e non solo: un ambiente che stimola l’uso integrato delle risorse, aperto e accessibile, flessibile nella sua utilizzazione e variegato nella disponibilità di soluzioni di studio e, soprattutto, green, come ama definirlo Bulpitt, cioé amichevole.
Obiettivo del Learning Centre è l’ampio uso dei nuovi formati e supporti dell’informazione, il rapido refreshing della documentazione, la comunicazione immediata tra personale e utente. É necessario dare un luogo fisico per ottemperare a queste funzioni? Bulpitt non ha dubbi: il vantaggio di una sede visibile e gradevole sostiene quella dimensione sociale che l’università deve garantire per la crescita culturale della sua utenza, rende facile un dialogo con il personale che offre un supporto essenziale per l’addestramento all’uso del materiale documentario, offre la centralizzazione dei servizi mantenendo però la pluralità delle attività che in esso si possono svolgere.
Il rinnovamento delle strutture bibliotecarie nelle università è ampio anche in Francia, come testimonia l’intervento di Marie Françoise Bisbrouck. Oggi direttrice dei Servizi di documentazione dell’Università La Sorbonne - Paris IV, è stata per lungo tempo impegnata al Ministero dell’Educazione nazionale, con un incarico per lo sviluppo delle biblioteche universitarie. In Francia dal 1991 si sono sviluppati tre progetti quinquennali di finanziamento per la costruzione di sedi bibliotecarie, per una spesa complessiva di 460 milioni di euro: Université 2000 (dal 1991 al 1995), XIe Plan (dal 1994 al 1999) e U3M-Université Troisiéme Millenaire (dal 2000 al 2006). Le iniziative hanno finora permesso la realizzazione di 110 edifici per una superficie di 350.000 mq destinati a un’utenza istituzionale complessivamente di 1.500.000 studenti.
La valutazione dei primi progetti ha portato alla redazione di un’opera pubblicata dalla Documentation française alla fine del 2000: Les bibliothèques universitaires: evaluation des nouveaux bâtiments (1992-2000) , di cui Bisbrouck è stata curatrice.
Il grado di soddisfazione del personale è invece più modesto e sono state valutate criticamente alcune soluzioni: lo spazio risulta tuttora carente, in special modo per gli uffici, il che influisce negativamente sulla comunicazione tra personale e utenza. La risposta alle esigenze dell’utenza, sta, secondo Bisbrouck, nella formazione in parallelo del progetto biblioteconomico con quello architettonico, e cioè nella partecipazione di bibliotecari esperti nella definizione delle proposte di operabilità e di funzionalità.
Tanja Notten ha poi illustrato un’indagine tipologica delle recenti biblioteche nel nord Europa, citando la Biblioteca della Facoltà di Scienze tecnologiche dell’Università di Delft (NL), la Biblioteca centrale dell’Università di Utrecht (NL), la Royal Library-Black Diamond (DM) e la Biblioteca statale e universitaria di Göttingen (D). I casi studiati mostrano una particolare attenzione alla visibilità della struttura: grandi volumi vetrati, appariscenti e dalle forme singolari, come il cono-lucernario a Delft, e i corpi inclinati della Royal Library. Per le nuove tecnologie si organizzano spazi appositi, ma integrati con la tradizione, in un ambiente confortevole e luminoso, localizzato nei giardini dei campus universitari o vicino al mare.
Antonella Agnoli ha offerto una panoramica nazionale sui progetti di biblioteche pubbliche, realizzati negli ultimi 10 anni e in corso d’opera. La situazione italiana si delinea ben diversamente da quella britannica e francese, per la ricchezza di edifici storici che ospitano da lungo tempo le biblioteche pubbliche; un aspetto quest’ultimo invidiato all’estero, che crea però numerose limitazioni alla realizzazione di biblioteche veramente efficienti e adatte alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. La ristrutturazione di edifici storici ha permesso, per esempio, in Lombardia, di attivare progetti di 100 biblioteche solo nell’ultimo decennio, grazie a varie fonti di finanziamento. I casi di ristrutturazione di edifici storici sono numerosi, anche se non mancano tentativi di ampliamento degli stessi, come è invece successo per la Biblioteca Berio, per la Biblioteca comunale di Pistoia, per quelle di Sesto Fiorentino e di Carpi, e di nuove costruzioni come capitato per la Biblioteca civica di Montebelluna. Infine ha citato il consistente intervento per la nuova Biblioteca civica di Torino, che ha cercato di coinvolgere tutta la rete bibliotecaria urbana in una crescita generale, concludendo con la BEIC, la Biblioteca europea di informazione e cultura. Purtroppo non sono stati menzionati i non pochi progetti bibliotecari in ambito universitario.
In conclusione, l’intervento dell’architetto Benedettelli ha descritto lo stato dei lavori alla Biblioteca nazionale di Bari, che verrà ampliata con l’acquisizione di due nuovi corpi di fabbrica industriali. La biblioteca, da lungo tempo costretta in 1500 mq, ha raggiunto la saturazione degli spazi di deposito che non consentono il normale svolgimento dei servizi. La nuova sede avrà una superficie netta totale pari a 11.500 mq. I lavori di restauro e recupero funzionale dell’intero complesso hanno avuto inizio nell’estate del 2001, a cura del Ministero per i beni e le attività culturali, e se ne prevede il termine nel 2003.
BERNARDI, Francasca. Nuove biblioteche per nuovi bisogni: l’architettura di fronte alle sfide della tecnologia (1990-2000). «AIB Notizie», 14 (2002), n. 10-11, p. VI-VIII.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-25-12 a cura di Franco Nasella
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