AIB Notizie 5/2002
Un'alternativa all'editoria scientifica commerciale: la Budapest Open Access Initiative
di Vittorio Ponzani
In quest'ultimo periodo si registra in AIB-CUR un interessante dibattito sulla grave crisi economica che sta vivendo oggi il sistema della comunicazione scientifica. I costi degli abbonamenti alle riviste scientifiche hanno ormai raggiunto cifre insostenibili per le biblioteche delle università e degli enti di ricerca, spesso costretti a ricorrere a una significativa politica di tagli degli abbonamenti stessi, con gravi danni alle collezioni e un crescente malcontento da parte degli utenti.
L'aspetto paradossale è che, nell'attuale modello di diffusione dell'informazione in ambito scientifico, tutti i maggiori costi vanno a ricadere sulle istituzioni che portano avanti la ricerca.
I ricercatori inviano i loro lavori agli editori commerciali, per la pubblicazione sulle riviste scientifiche, senza per questo ricevere alcuna forma di compenso (spesso anzi devono pagare per la pubblicazione). Poi le università e gli enti di ricerca, dopo aver pagato con gli stipendi il lavoro dei ricercatori, si vedono costretti a sborsare cifre esorbitanti per gli abbonamenti alle riviste (per esempio, l'abbonamento ai «Chemical abstracts» costa intorno ai 23.000 dollari), trovandosi così, a fronte di una spesa sempre maggiore, ad avere accesso a una quantità sempre minore di informazioni.
In questa difficile situazione è quindi cresciuta l'esigenza di creare un circuito alternativo a quello dell'editoria commerciale, attraverso l'elaborazione di un nuovo modello di diffusione dell'informazione che passi da una parte dalla creazione di server di pre-print e di open archives, nei quali gli autori possano autoarchiviare i loro articoli scientifici, e dall'altra dalla realizzazione di university press, cioè di case editrici create all'interno della stessa istituzione universitaria che garantiscano la pubblicazione dei lavori scientifici dei ricercatori utilizzando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e da Internet, con spese drasticamente ridotte.
Tra i vari progetti che si stanno sviluppando, in AIB-CUR viene segnalato il manifesto della Budapest Open Access Initiative (http://www.soros.org/openaccess), pubblicato il 14 febbraio scorso dall'Open Society Institute (OSI), una fondazione creata dal finanziere di origine ungherese George Soros. L'obiettivo di questa iniziativa, che prevede la donazione da parte dell'OSI di tre milioni di dollari in tre anni per lo sviluppo di progetti in oltre 140 paesi del mondo, è quello di garantire l'accesso gratuito alla produzione scientifica mondiale. Questo dovrebbe avvenire attraverso due modalità complementari: da una parte la diffusione degli open archives e di iniziative per l'autoarchiviazione della letteratura scientifica, dall'altra la creazione di un nuovo sistema di periodici elettronici in grado di proporsi come una credibile alternativa all'editoria commerciale. Fino ad oggi il manifesto è stato firmato da 2187 bibliotecari e ricercatori, tra cui Herbert Van de Sompel (ricercatore presso il Los Alamos National Laboratory), Fred Friend (Director Scholarly Communication, University College London) e tra gli italiani Antonella De Robbio, Anna Maria Tammaro e Giovanni Bergamin, mentre tra le 140 organizzazioni che aderiscono all'iniziativa vale la pena di ricordare la Library of Congress, l'Association of Research Libraries, SPARC (Scholarly Publishing & Academic Resources Coalition) e l'Association des bibliothécaires français (dati verificati il 17 maggio 2002).
Molti messaggi circolati in AIB-CUR applaudono al progetto, sottolineando la necessità di risolvere la difficile situazione in cui versa il mondo della ricerca. I vari interventi mettono in evidenza, tra l'altro, la fondamentale differenza tra l'editoria scientifica e l'editoria commerciale tradizionale: in quest'ultima, che segue le normali regole del mercato, l'editore paga le royalties all'autore ed è quindi giusto che i suoi diritti economici vadano rispettati e difesi. Molto diversa è invece la situazione dell'editoria scientifica, in cui i ricercatori danno i loro lavori agli editori senza alcun compenso, al solo scopo di diffondere il loro lavoro e di ottenere un impatto nella comunità scientifica. Questo impatto può essere fortemente limitato se le pubblicazioni scientifiche non ottengono un'adeguata diffusione a causa dei prezzi troppo alti, e i ricercatori devono quindi trovare una via alternativa per far conoscere e circolare i risultati delle loro ricerche. Resta naturalmente il grande problema della certificazione della qualità dei lavori depositati negli open archives: si stanno attualmente studiando alcuni interessanti sistemi per la validazione automatizzata dei lavori, e peraltro non bisogna dimenticare che neanche gli editori commerciali garantiscono completamente la qualità degli articoli pubblicati sulle loro riviste.
Un messaggio pone il problema che sia proprio un personaggio come Soros, con enormi interessi economici e finanziari, ad appoggiare un'iniziativa come questa, sottolineando più in generale i rischi legati alla presenza e al peso delle fondazioni nell'economia, in particolare nel mondo dell'informazione.
Il manifesto di Budapest rappresenta senz'altro un elemento significativo di una più ampia strategia che riconosce per le biblioteche un nuovo ruolo nel contesto della comunicazione scientifica. Non si tratta evidentemente di una guerra all'editoria commerciale, ma è necessario elaborare nuovi modelli alternativi per uscire dal circolo vizioso che attualmente grava sull'editoria scientifica, evitando che tutti i costi della diffusione dell'informazione incidano sulle istituzioni di ricerca.
L'archivio storico di tutti i contributi inviati in AIB-CUR è consultabile, da parte degli iscritti alla lista, a partire dall'indirizzo https://www.aib.it/aib/aibcur/aibcur.htm3
PONZANI, Vittorio. Un'alternativa all'editoria scientifica commerciale: la Budapest Open Access Initiative. «AIB Notizie», 14 (2002), n. 5, p. 7.
Copyright AIB, ultimo aggiornamento 2002-05-25 a cura di Franco Nasella
URL: https://www.aib.it/aib/editoria/n14/02-05ponzani.htm