Esiste per AIB-CUR, come per ogni altro centro di produzione e diffusione di informazione, il problema della tutela dell'informazione stessa. Si tratta di un'esigenza di garanzia che sta sia dalla parte dell'oggetto (come garanzia della qualità dell'informazione), che dalla parte del soggetto che la produce (come garanzia dei suoi diritti in quanto autore).
In pratica, il buon funzionamento di una lista di discussione come AIB-CUR richiede che: un messaggio spedito alla lista giunga in forma leggibile, per intero, sia effettivamente distribuito a tutti gli iscritti, sia archiviato e quindi reso disponibile oltre il tempo dell'invio-lettura, ed anche che non avvengano migrazioni non spontanee (copie) in vista di una diversa utilizzazione di quel testo, senza citarne l'autore e/o notificargli la cosa.
Nel caso di AIB-CUR, una gestione niente affatto superficiale garantisce una ottima qualità dell'informazione alla sua origine, in termini di disponibilità e permanenza dell'informazione stessa. Tali caratteristiche si concretizzano nel buon andamento della circolazione dei messaggi sulla lista, nel controllo degli archivi, nella produzione di rubriche e cataloghi come servizi mirati a strutturare il materiale archiviato su LISTSERV (il programma di gestione della lista) in vista di ottimizzarne la fruizione.
Considerata dalla parte del soggetto che produce l'informazione, ossia i mittenti dei messaggi, gli autori, la questione della tutela è molto più complessa e certo non risolvibile attraverso mezzi tecnici o programmi più o meno sofisticati.
Il diritto d'autore, pur essendo un metaprincipio valido in ogni contesto informativo, certamente in un contesto così dinamico come quello della produzione e circolazione di documenti elettronici in rete, può subire influenze tali da comportare una sua revisione.
In effetti, se è vero che le "migrazioni non spontanee" possono avvenire da qualunque mezzo verso qualunque altro (basta copiare) è anche vero che la rete presenta caratteristiche quali l'interattività, l'estrema pubblicità, la persistenza non assicurata dei "testi", date le quali probabilmente anche "copiare" acquista un senso diverso. Quindi, partecipare a una lista di discussione inviando un messaggio che sarà letto contemporaneamente da un gruppo di persone, implica la decisione di mantenere piuttosto alta la soglia di rivendicazione dei diritti esclusivi su ciò che si scrive, ma questo non comporta che ci sia un implicito permesso di divulgazione ulteriore.
Le possibilità di interazione offerte dalla rete non dovrebbero autorizzare ad indebite appropriazioni, dove l'indebito riposa fondamentalmente nell'omettere la citazione dell'autore ove si voglia utilizzarne un testo, più che in tale utilizzazione; meglio ancora sarebbe, nel caso in cui sia opportuno prelevare un testo per impiantarlo da un'altra parte, per esempio da una lista di discussione ad un sito WEB, almeno notificare la cosa all'autore di quel testo. Certo, qui il problema a volerlo esaminare davvero, sarebbe complicato perché per esempio, ci si può chiedere quando scatta la necessità di notificare la citazione all'autore: anche se si cita una riga o poche righe o un terzo del testo?
Questi e altri problemi simili sono dibattuti sulla lista CNI-COPYRIGHT@CNI.ORG (gestita da LIST PROC@CNI.ORG) specificamente dedicata al problema del copyright e dove recentemente si è svolto un dibattito proprio sul tema del copyright of Internet postings. Sempre in rete, sono disponibili all'indirizzo http://www.aimnet.com/~carroll/copyright/faq-home.html; le Copyright FAQ (Frequently Asked Questions), di Terry Carroll; la sezione 3.8 di questo documento, intitolata Are Usenet postings and email messages copyrighted?, riguarda proprio il diritto d'autore relativamente alla posta elettronica e ai gruppi di discussione. Inoltre, all'indirizzo http://www.clari.net/brad/ copymyths.html; si trova il documento Ten big myths about copyright explained, di Brad Templeton.
Una questione tutta da discutere sarebbe poi quella del rapporto fra "mezzo e messaggio": in effetti la suddetta soglia di tolleranza nei confronti delle migrazioni di propri testi, probabilmente tenderebbe ad abbassarsi molto se, invece di restare sulla rete, tali testi venissero trasportati sulla carta e magari pubblicati in un articolo su una rivista, senza che ne risulti l'originaria paternità. Si tratta probabilmente di tradizione culturale, ma credo si possa riconoscere un diverso spessore ad un testo in forma di parole scritte su carta che a uno galleggiante in forma elettronica sulla rete.
D'altra parte, sarebbe paradossale la corsa al ribasso: se veramente ci si limitasse alla considerazione delle fughe possibili attraverso le infinite maglie della rete stessa, potrebbe conseguirne un abbassamento del livello della discussione, dell'impegno, della cura, della creatività messe in gioco quando si tratti di intervenire su un tema, e il tono dei messaggi raramente si alzerebbe sopra quello della chiacchera, per quanto "da ufficio".
Soprattutto per una lista come AIB-CUR, una forma di autogaranzia può derivare dal tipo di contesto in cui si opera: AIB-CUR è una lista di tipo library-oriented, frequentata in maggioranza da bibliotecari, ossia da professionisti dell'informazione, che hanno fra i propri compiti anche quello di essere mediatori fra right owners and end-users, secondo i principi esposti nel documento sul copyright approvato nella conferenza IFLA del 1996 (passato anche su AIB-CUR a cura di Eugenio Gatto: Copyright, posizione IFLA. 1996-09-23).
Per un bibliotecario, quindi, dovrebbe essere tanto "naturale" promuovere la diffusione dell'informazione quanto salvaguardare l'informazione stessa nella sua integrità e quindi avere cura di una citazione esauriente, precisa che consenta, indicando correttamente l'autore, il titolo, la provenienza ecc., di rendere un testo riconoscibile e reperibile.