Questa storia comincia da molto, molto lontano,
almeno nella scala temporale del ciberspazio. Addirittura dal Settembre
1995, poche settimane prima che apparisse all'orizzonte una presenza che
ormai consideriamo naturale come quella di AltaVista.
Siamo dunque nel settembre 1995, e sto per consegnare all'editore Internet in biblioteca (Milano, Editrice Bibliografica, 1996), che verrà pubblicato nel gennaio successivo. Dentro, fra le altre cose, c'è un elenco di 37 OPAC italiani consultabili via Internet. Sono tutti quelli che sono riuscito a rintracciare nei mesi precedenti. Le principali fonti a cui avevo attinto1 erano gli annunci passati in AIB-CUR, il libro di Corrado Petrucco uscito nel maggio 1995 Internet. Guida per i comuni mortali (Venezia, Il Cardo, 1995), che ne conteneva 17, alcuni repertori in linea internazionali e la Italian OPAC directory del GARR-NIS 2 , il Network Information Service del Gruppo per l’Armonizzazione delle Reti per la Ricerca, che all'epoca ne includeva circa 20.
Durante il 1996 continuo a mantenere aggiornato l'elenco e lo utilizzo per vari progetti, passando a Donatella Gentili gli indirizzi assenti nelle bozze del suo opuscolo Cataloghi di biblioteche e cataloghi collettivi italiani in Internet (Roma, AIB, giugno 1996), che giunge così a 43 OPAC, e estraendone 24 per la Guida alle fonti di informazione della biblioteconomia scritta con Alberto Petrucciani (Roma, AIB, ottobre 1996).
Nel frattempo, dopo vari esperimenti condotti a partire dal novembre 1995 e l'incarico affidatomi nell'ottobre 1996 dall'allora presidente AIB Rossella Caffo su suggerimento di Maria Luisa Ricciardi per coordinare e riorganizzare il sito web della Associazione Italiana Biblioteche (che solo adesso prende l'attuale nome AIB-WEB 3 ), nel gennaio 1997 AIB-WEB si stabilizza all'indirizzo <https://www.aib.it>, che viene annunciato pubblicamente in AIB-CUR nel marzo 1997.
Circa un mese prima del debutto di AIB-WEB in AIB-CUR, ai primi di febbraio 1997, mentre sto tenendo con Gabriele Mazzitelli (chairman odierno e, fra le altre cose, redattore AIB-WEB fin dagli inizi) un corso su "Internet in biblioteca: realtà e prospettive" presso la sede AIB a Roma, il discorso casca sui repertori di OPAC italiani e sul fatto che ormai, purtroppo, la Italian OPAC directory del GARR-NIS non viene più aggiornata dall'aprile 1996. Uno dei corsisti (Luigi Carimando della Biblioteca Queriniana di Brescia) propone che sia l'AIB a gestire una nuova directory, più aggiornata. Io un file da cui partire ce l'avrei, Mazzitelli e Caffo (entrambi presenti in quel momento) mi incoraggiano e garantiscono l'appoggio dell'AIB, io "obbligo" Carimando a darmi una mano e via, inizia l'avventura di "opac1".
Proprio opac1.htm è infatti il nome del file che pochi giorni dopo, il 9 Febbraio 1997, metto in linea nella sezione Il mondo delle biblioteche in rete di AIB-WEB come bozza provvisoria su cui iniziare a lavorare con un gruppo di colleghi che sapevo particolarmente interessati ai cataloghi in linea e che infatti aderiscono subito all'invito. Il titolo del documento è ancora solo Repertorio dei cataloghi (OPAC) di biblioteche italiane disponibili via Internet, senza il pretitolo OPAC italiani aggiunto successivamente, e tale rimane fino alla prima versione stabilizzata del 3 marzo 1997, coi suoi 76 cataloghi, pronta giusto in tempo per apparire sulla homepage di AIB-WEB al momento del suo debutto in AIB-CUR e ancora oggi consultabile, come documento storico che fotografa la situazione italiana dell'epoca, all'indirizzo <https://www.aib.it/aib/lis/opac1-v01.htm>.
Non mi soffermo qui a illustrare obiettivi e caratteristiche di OPAC1 <https://www.aib.it/aib/opac1.htm> (come lo chiamano, confidenzialmente, i suoi redattori, avvicendatisi nel corso del tempo 4 ) perchè lo ha già fatto egregiamente Antonella De Robbio nel corso del Seminario AIB-WEB-1 dell'anno scorso. Mi limito a ricordarne la crescita (fino ai 182 OPAC dell'11 dicembre 1997, ai 215 del 27 Maggio 1998 e ai 268 del 1 Aprile 1999) e il successo crescente fra bibliotecari e utenti finali, in termini di accessi, di link, di recensioni e di citazioni, fino a essere l'unica pagina di AIB-WEB catalogata nell'ambito del progetto InterCat di OCLC.
Dal tronco OPAC1 nasce, il 29 settembre 1997 (con esordio pubblico il 25 ottobre successivo), il ramo OPAC2, ovvero Liste italiane di periodici. Repertorio delle liste alfabetiche disponibili via Internet di periodici posseduti da biblioteche italiane <https://www.aib.it/aib/lis/opac2.htm>, coordinato prima da Giuseppe Merlo e poi da Antonella De Robbio, passato dalle 75 liste (relative a 61 biblioteche) dell'esordio alle 110 (relative a 87 biblioteche) del 27 maggio 1998, fino alle 155 (relative a 134 biblioteche) del 15 maggio 1999, pur dopo aver eliminato nel febbraio scorso 40 liste di periodici doppi nel corso di un "gemellaggio" su cui tornerò fra pochissimo. Inoltre è attualmente in preparazione un analogo repertorio dedicato a cd-rom e altri documenti elettronici su supporto portatile, coordinato da Stefano Gambari (l'indirizzo non è ancora stato stabilito, ma in redazione ovviamente tutti lo chiamano già OPAC3).
Col passare del tempo si evidenziano due problemi: l'ostacolo alla popolarità, soprattutto in ambito internazionale, costituito dalla permanenza in linea dell'ormai fossile Italian OPAC directory e la difficoltà di mantenere il repertorio sotto forma di una unica pagina HTML di dimensioni sempre meno accettabili. Per quanto riguarda il primo aspetto si è richiesto in mille modi che nella directory del GARR-NIS venisse aggiunto un link al repertorio AIB, ma per ora senza esito alcuno. La soluzione che in redazione si auspicava al secondo problema era invece il passaggio dalla semplice lista di OPAC a un database, ovvero a una sorta di OPAC degli OPAC.
Nel frattempo AIB-WEB sta sviluppando alcuni progetti in cooperazione con la Virtual Library del CILEA, tutti nell'ottica della suddivisione dei compiti e del tentativo di non duplicare inutilmente gli sforzi di chi mette a disposizione in rete risorse per il lavoro e la formazione dei bibliotecari.
Il primo esperimento coinvolge, per il CILEA, la pagina Scambi e doni tra biblioteche <http://www.cilea.it/Virtual_Library/bibliot/doppi.htm>, curata prima da Fabio Valenziano e poi da Eleonora Rodi, che include gli elenchi dei fascicoli doppi dei periodici disponibili sui web delle biblioteche italiane, interrogabili anche con un motorino di ricerca specializzato costruito appositamente e, per AIB-WEB, il già citato repertorio Liste italiane di periodici. Le due iniziative potrebbero apparire in concorrenza fra loro, ma sono in realtà coordinate fin dall'inizio. In ordine disciplinare la prima e geografico la seconda, limitata ai periodici doppi quella del CILEA e allargata anche a quelli posseduti o correnti la seconda, anche interrogabile per parola delle testate la prima e solo compilativa la seconda, entrambe con rimandi reciproci. Dal febbraio 1999 la complementarietà emerge con ancora maggiore evidenza grazie alla definitiva spartizione fra periodici doppi (CILEA) e periodici posseduti o correnti (AIB).
Forti di questa prima esperienza, si cerca di allargarla maggiormente, coinvolgendo anche altri "virtual reference desk" italiani per bibliotecari. Già nell'ottobre del 1997 Fabio Valenziano, responsabile della Virtual Library, in occasione del Congresso AIB di Napoli, aveva proposto ad AIB-WEB di farsi promotore di una sorta di meta-sito dei web italiani rivolti ai bibliotecari. Nasce così il CWIB (Coordinamento WWW italiani per bibliotecari) <http://www.cilea.it/Virtual_Library/cwib/>, in linea con una prima bozza da gennaio 1998 con 11 partecipanti, saliti oggi a 13, volto a coordinare il lavoro dei siti italiani che forniscono strumenti professionali per bibliotecari e documentalisti.
Il CWIB viene annunciato il 27 maggio 1998 a Roma, in occasione del Seminario AIB-WEB-1, e proprio nella pausa per il pranzo, in una chiacchierata fra Fabio Valenziano, Antonella De Robbio, Eugenio Gatto e chi vi parla, vengono gettate le basi del successivo passo della collaborazione fra AIB e CILEA. Si ventila l'ipotesi di trasformare davvero il repertorio degli OPAC italiani nell'atteso "OPAC degli OPAC", ma non solo. Una buona parte dei WWW-OPAC inclusi nel database potrebbero essere interrogati contemporaneamente da un MetaOPAC modellato su quello, già attivo, che il CILEA ha costruito per le Università lombarde, chiamato Azalai. E' solo l'inizio del cammino che ci ha portato, un anno dopo, a inaugurare oggi il MetaOPAC Azalai Italiano (MAI) <https://www.aib.it/aib/lis/opac/op1mai.htm>; ma di questo ultimo tratto di strada vi parleranno più diffusamente Antonella De Robbio e Fabio Valenziano.
Note
1 - Per non parlare del pionieristico La biblioteca virtuale
di Carla Basili e Corrado Pettenati (Milano, Editrice Bibliografica,
1994), pubblicato nel Febbraio 1994 (ma scritto nel Luglio 1993), che ne
citava 10, tutti di tipo telnet e con indirizzo numerico (eccetto l'IUE):
la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, l'Istituto universitario europeo
di Fiesole, l'Istituto universitario di architettura di Venezia, la Scuola
normale superiore di Pisa, il Catalogo bibliografico collettivo delle università
padane (CBCUP) presso il CILEA e le Università di Bologna, Firenze,
Genova, Milano (solo il dipartimento di fisica) e Padova. Quelli delle
Università di Siena e di Udine, in rete Decnet ma ancora privi
di un proprio indirizzo Internet, erano comunque dichiarati raggiungibili
attraverso quello di Bologna, portando il totale a 12.
Ma la palma del primissimo elenco a stampa di OPAC italiani disponibili
in Internet spetta a un articolo di Anna Maria Tammaro, Reti di telecomunicazione
e biblioteche, “Biblioteche oggi”, XI (1993), 5, p. 52-61, che aggiorna
e amplia il precedente Basi dati, reti di telecomunicazione e servizi bibliografici
in: Associazione italiana biblioteche, Commissione nazionale università
ricerca e Sezioni Toscana e Piemonte, Oltre la carta: l'utilizzo delle
basi dati in linea e su cd-rom nei servizi di informazione delle biblioteche
universitarie e di ricerca (Firenze, 15-16 ottobre 1992), a cura di Eugenio
Gatto, Torino, AIB Sezione Piemonte, 1993, p. 3-7, dove però mancava
ancora l'elenco di cataloghi. Nella versione per "Biblioteche oggi", uscita
nel Giugno 1993, Tammaro trascrive dal repertorio in linea Hytelnet oltre
300 indirizzi di OPAC stranieri e 6 di OPAC italiani, tutti di tipo telnet
e con indirizzo numerico: l'Archivio collettivo nazionale dei periodici
(ACNP), l'Istituto universitario di architettura di Venezia e le Università
di Bologna, Firenze e Padova. Viene inoltre fornito l'indirizzo dell'OPAC
della Università di Milano, che però corrisponde in realtà
a quello del già citato CBCUP. Sempre Tammaro, a p. 51 del volumetto
da lei curato Reti telematiche e servizi bibliografici (Firenze, Ifnia,
Settembre 1993) scrive che "anche l'Indice di SBN dovrà essere consultabile
in rete da tutte le biblioteche anche se non aderenti a SBN [...] nel frattempo
si possono interrogare i diversi Poli locali SBN con accesso a GARR, in
particolare la Biblioteca Nazionale di Firenze, l'Università di
Milano, Padova, Bologna, Firenze, Venezia. Anche la Biblioteca Vaticana
sta organizzando un servizio di accesso remoto ai suoi dati. Inoltre biblioteche
di Università non aderenti a SBN (ad esempio Siena e Pisa) sono
accessibili in rete. Si può prevedere quindi che presto il servizio
di ricerca di OPAC in rete sarà molto diffuso e di grande utilità
anche per gli utenti italiani", senza però fornire i relativi indirizzi.
Più difficile individuare i primi elenchi di accessi a
cataloghi italiani e stranieri disponibili in rete su server italiani.
Fra essi vanno inclusi sicuramente la Virtual library curata da Fabio
Metitieri per il CSI Piemonte, disponibile su gopher e ormai abbandonata
e la Biblioteca virtuale lombarda (poi Virtual library) curata da Fabio
Valenziano per il CILEA, tutt'ora attiva <http://www.cilea.it/Virtual_Library/>.
Fondamentale inoltre, nell'era pionieristica della entrata in Internet
delle biblioteche italiane, l'analogo servizio repertoriale svolto da ALMATEL
del CIB (Centro interfacoltà biblioteche) della Università
di Bologna.
2 - "Il GARR-NIS aveva il compito di fungere da servizio di registrazione ufficiale per l'Italia delle varie tipologie di risorse messe a disposizione via Internet. Chiunque avesse voluto allestire un sito WWW, Gopher, WAIS, FTP oppure mettere a disposizione un nuovo OPAC, avrebbe dovuto notificarlo a un registro del NIS, fornendo varie informazioni inserite in appositi database interrogabili pubblicamente. La lodevole iniziativa purtroppo non ha avuto successo, sia perché l’auto-registrazione aveva carattere esclusivamente volontaristico, sia perché l'onere dell'aggiornamento costante dei dati era considerato da molti eccessivo, sia perché il clamoroso successo del Web ha fatto nascere in rete una quantità enorme di risorse non accademiche, con un ritmo che ha reso impossibile ogni loro registrazione. Oggi, sciolto il NIS, l’unica registrazione ancora eseguita dal neonato NIC, il Network Information Center <http://www.nic.it>, riguarda i domini di Internet. La vecchia directory degli OPAC italiani, abbandonata da aprile ‘96, è ancora consultabile all'indirizzo <http://www.nis.garr.it/opac-dir/opac.html>. La directory “fossile”, che include solo 26 OPAC, fornisce per ciascuno di essi un’estesa descrizione sulle procedure di collegamento, il software utilizzato, le discipline e i temi coperti dalle collezioni, la consistenza del catalogo in linea e di eventuali ulteriori cataloghi cartacei non riconvertiti, i nomi, gli indirizzi e i numeri di telefono delle biblioteche afferenti; la data dell'ultimo aggiornamento della scheda informativa e gli enti e le persone cui rivolgersi per ulteriori informazioni." Fabio Metitieri e Riccardo Ridi, Ricerche bibliografiche in Internet. Strumenti e strategie di ricerca, OPAC e biblioteche virtuali, Milano, Apogeo, 1998, p. 92-93.
3 - Una ormai vasta documentazione su AIB-WEB è disponibile in linea a partire dall'indirizzo <https://www.aib.it/aib/redazione2.htm>.
4 - Per l'elenco completo di tutti i collaboratori avvicendatisi in redazione cfr. <https://www.aib.it/aib/lis/opac/op1red.htm>. Al 31 Maggio 1999 25 persone hanno fatto parte, per periodi più o meno lunghi, della redazione (di cui 6 ininterrottamente dall'esordio), e altre 105 hanno contribuito con suggerimenti o correzioni.
5 - Cfr. Antonella De Robbio. L'identità di OPAC1: lo strumento, l'attività del gruppo, gli OPAC, prospettive future, relazione per il Seminario AIB-WEB-1, Roma, 27 Maggio, 1998, <https://www.aib.it/aib/commiss/cnur/awderob.htm>.
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