Al Sindaco del Comune di Musile di Piave
Piazza XVIII giugno, 1
30024 Musile di Piave (VE)
Spett.le Sig. Sindaco, sono venuto a conoscenza dalla stampa ("Il Gazzettino", sabato 10 ottobre 2009, Cronaca di Venezia, p. 1) delle disposizioni impartite alla biblioteca del Comune da Lei amministrato, tendenti a eliminare dalle raccolte bibliotecarie la presenza di pubblicazioni periodiche ritenute "politicizzate".
Questo tipo di provvedimenti è in netto contrasto con le finalità della biblioteca pubblica, che è strumento essenziale per la democrazia solo se viene garantita la pluralità delle opinioni e l'accesso senza filtri o pregiudiziali ideologiche "a ogni genere di conoscenza e informazione", come recita il Manifesto Unesco per la biblioteca pubblica (https://www.aib.it/aib/commiss/cnbp/unesco.htm).
Le raccolte di ogni biblioteca che voglia realmente essere al servizio della comunità locale dovrebbero riflettere tutti gli orientamenti attuali e l'evoluzione della società, così come la memoria dell'immaginazione e degli sforzi dell'uomo, senza essere soggette ad alcun tipo di censura ideologica, politica o religiosa, né a pressioni commerciali. In realtà si assiste sempre più spesso a forme di malinteso spoil system, in base al quale chi prevale si sente in diritto di imporre la propria visione del mondo cancellando le opinioni della parte avversa.
Le Sue disposizioni sembra mettano in luce la sfiducia che la Sua amministrazione nutre nei confronti dei concittadini, che evidentemente non sono ritenuti in grado di formarsi un giudizio critico e che quindi devono essere messi sotto tutela, al riparo dall’informazione di parte o politicizzata, un concetto peraltro assai discutibile in sé. Credo che qualsiasi amministratore pubblico non possa che convenire sulla necessità opposta, ovvero ampliare la dotazione di quotidiani di tutte le tendenze e provenienze, per garantire il pluralismo e consentire a chiunque di formarsi liberamente un'idea sui fatti del mondo.
La tutela del bene comune rappresentato dall’accesso alle opinioni – a tutte le opinioni – è il presupposto che mette tutti noi in condizione di formarci in proprio convinzioni e idee. Questo diritto, sancito dall’art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, dovrebbe essere in cima alle preoccupazioni di ogni amministratore locale che desideri il bene della comunità che l’ha eletto. Le biblioteche sono l’emblema stesso della libertà e della democrazia, sono un patrimonio di tutti. La censura è la negazione delle ragioni per cui le biblioteche vengono finanziate dalla collettività: i problemi si risolvono affrontandoli con il dialogo e il confronto fra i diversi punti di vista sul mondo e sulla vita, ma non apponendo divieti e minacciando sanzioni.
Per queste ragioni l’Associazione Italiana Biblioteche (AIB) si oppone e denuncia ogni tentativo di censurare, limitare e sviare la loro funzione culturale e sociale. A nome dell’AIB, la invito a riconsiderare le sue decisioni e a guardare con fiducia al ruolo delle biblioteche pubbliche, che sono e devono restare luoghi per il libero confronto delle idee e per la formazione delle opinioni, non terreni di scontro ideologico.
Il pluralismo, come ha ricordato proprio oggi il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, celebrando la giornata dell’informazione, "è un valore insostituibile".
Il Presidente dell'Associazione Italiana Biblioteche
Prof. Mauro Guerrini>
Roma, 16/10/2009 Prot. n. 103/2009