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Le biblioteche non sono provider:
sulle restrizioni previste per le postazioni
Internet nelle biblioteche pubbliche lettera
alle Autorità interessate

On. Antonio Maccanico
Ministro delle Comunicazioni
On. Franco Bassanini
Ministro della Funzione Pubblica
On. Walter Veltroni
Ministro per i Beni Culturali
On. Alberto La Volpe
Sottosegretario per i Beni Culturali
On. Giorgio Napolitano
Ministro dell'Interno

Al Presidente dell'AIPA
Al Presidente dell'Authority per le Telecomunicazioni

Al presidente del Coordinamento degli Assessori
Regionali alla Cultura ed all'Istruzione
Al Presidente UPI
Al Presidente ANCI
Ai Parlamentari in Indirizzo
Alla stampa

Oggetto: utilizzo di postazioni Internet nelle biblioteche pubbliche

Nonostante i nostri contatti ripetuti, nel corso di mesi, con funzionari del Ministero delle Comunicazioni, le numerose lettere ed il supporto di documentazione inviato e dopo circa un anno dal lancio del Piano d'Azione MEDIATECA 2000 il Governo Italiano non ritiene ancora di esentare le biblioteche pubbliche dalle procedure previste dal D. Lgs. 103/95 e D.M. 420/95 rispetto all'uso di postazioni Internet da parte degli utenti.

Dopo aver speso miliardi in convegni per promuovere l'uso delle nuove tecnologie nei servizi pubblici e nelle biblioteche, il Governo continua a considerare le biblioteche stesse come se fossero dei provider e pretende l'espletamento delle stesse procedure che sono previste per le società che fanno servizi commerciali in questo campo. Qualora poi esse utilizzino collegamenti in linea dedicata devono addirittura ottenere un'autorizzazione previo pagamento di oltre un milione di lire tra istruttoria, bolli ed imposte varie. Tale somma va pagata poi ad ogni successivo anno. Qualcuno ipotizza addirittura che tale normativa possa riguardare persino la semplice consultazione dei cataloghi elettronici delle biblioteche da terminali che non si trovino nei locali delle stesse (in altre biblioteche o a casa). Probabilmente gran parte delle biblioteche sono fuorilegge e non lo sanno, forse anche le stesse biblioteche statali. Nel dubbio molti Comuni stanno chiudendo i servizi al pubblico anche perchè vi sono stati episodi di intervento degli ispettori della polizia postale che hanno comminato ammende di vari milioni ai malcapitati colleghi !!!

L'Associazione italiana biblioteche considera questo atteggiamento del Governo gravemente contraddittorio rispetto alle ripetute affermazioni di interesse per lo sviluppo di questi servizi che sono ormai divenuti indispensabili per la gestione delle biblioteche e dei servizi di informazione e documentazione, oltre che per le reti civiche e per le funzioni di accesso da parte dei cittadini ai servizi della Rete Unitaria della Pubblica Amministrazione promossa dall'AIPA. La mancanza di una strategia forte e visibile mette a repentaglio la possibilità di attivare quei processi di diffusione dell'uso della telematica e di stimolo delle attività di libero apprendimento lungo tutto l'arco della vita che stanno alla base di numerose risoluzioni e progetti di sviluppo dello spazio sociale europeo. Mette poi in discussione la garanzia dell'accesso al sapere, alla conoscenza, alla cultura e all'informazione, garanzia che negli altri paesi occidentali trova nelle biblioteche pubbliche una risposta determinante. Chiediamo pertanto:

Restiamo a disposizione per la messa a punto dei provvedimenti richiesti.
Cordiali saluti

Per il Comitato esecutivo nazionale
Il Presidente
Igino Poggiali

Roma li, 12 giugno 1998


Copyright AIB 1998-06-21, ultimo aggiornamento 1998-12-10 a cura di Ilaria Brancatisano
URL: https://www.aib.it/aib/cen/politica4.htm

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