Traduzione di Guidelines for Library Services to Prisoners a cura di Matilde Fontanin.
Originale disponibile su IFLANET, <http://archive.ifla.org/VII/s9/nd1/iflapr-92.pdf> [PDF, 427K].
L'obiettivo di questo documento è fornire uno strumento per la pianificazione, l'implementazione e la valutazione di servizi bibliotecari rivolti ai detenuti. Il documento intende fungere da modello per lo sviluppo di linee guida nazionali per le biblioteche carcerarie. Può venir facilmente adattato per rispecchiare le condizioni locali. Allo stesso tempo queste linee guida internazionali riflettono un livello accettabile di servizio bibliotecario che potrebbe essere raggiunto in buona parte dei paesi in cui le politiche nazionali e locali sostengano l'esistenza di biblioteche carcerarie. Le linee guida rappresentano uno strumento per la pianificazione di nuove biblioteche e per la valutazione di quelle esistenti. La presente edizione potrà essere usata in assenza di linee guida o di standard locali.
Oltre a costituire uno strumento pratico per la fondazione, il funzionamento e la valutazione delle biblioteche carcerarie, queste linee guida fungeranno in generale da affermazione di principio del diritto fondamentale dei detenuti a leggere, apprendere ed accedere all'informazione. Le linee guida si rivolgono a bibliotecari, direttori di biblioteca, autorità carcerarie, organi legislativi e amministrativi del governo e altre agenzie o autorità che siano responsabili dell'amministrazione e del finanziamento delle biblioteche carcerarie. Le linee guida si applicano a carceri ed altri istituti di reclusione con una popolazione a partire da 50 unità.
La Sezione IFLA Libraries Serving Disadvantaged Persons (LSDP) fornisce a biblioteche, associazioni ed agenzie governative la guida necessaria allo sviluppo di servizi specializzati per quei gruppi all'interno della comunità che non sono in grado di fare uso dei servizi convenzionali di biblioteca. Questi gruppi includono le persone che si trovano in ospedale e in carcere, gli anziani nelle case di riposo e nelle case di cura, le persone impossibilitate ad uscire di casa, i sordi, i disabili fisici, le persone con disabilità evolutive e difficoltà di lettura.
In conformità con questo fine istituzionale, i membri della Commissione permanente LSDP nell'ultimo decennio hanno incentrato buona parte del loro lavoro sullo sviluppo di linee guida per la fornitura dei servizi di biblioteca ai vari gruppi di popolazione compresi nella sfera di competenza della Sezione stessa. Queste linee guida sono state pubblicate nella collana "IFLA's Professional Reports" e sono state regolarmente aggiornate e rivedute, al fine di rispecchiare sia lo stato corrente della pratica e della ricerca che il crescente uso delle tecnologie dell'informazione. La presente costituisce la terza edizione delle Linee guida per i servizi bibliotecari ai detenuti.
La Commissione permanente LSDP, riconoscendo il bisogno di servizi bibliotecari e di informazione per il numero crescente di persone che scontano condanne nelle carceri di tutto il mondo, nel 1985 costituì un gruppo di lavoro sulle biblioteche carcerarie. Durante i successivi cinque anni il gruppo di lavoro sostenne numerosi programmi di conferenze, seminari, incontri satellite, e un'indagine per aumentare la conoscenza dei servizi della biblioteca carceraria e per raccogliere informazioni che servissero da base per lo sviluppo di linee guida. La prima edizione delle Linee guida per i servizi bibliotecari ai detenuti, curata da Frances E. Kaiser, uscì nel 1992. Questo documento si concentrava su pratiche e principi generali. La pubblicazione venne tradotta in spagnolo nel 1993. La seconda edizione delle linee guida, anch'essa curata da Frances E. Kaiser e pubblicata nel 1995, includeva informazioni più specifiche sui livelli di servizio, la dimensione delle raccolte, il personale, i finanziamenti, i metodi di valutazione e promozione. La traduzione tedesca uscì nello stesso anno.
Nel 2001 la Commissione permanente LSDP si preoccupò di verificare come fossero cresciuti i servizi nelle biblioteche carcerarie, non soltanto nei paesi occidentali ed europei, ma anche in numerose nazioni in via di sviluppo, nei paesi dell'ex Unione sovietica ed ex-comunisti. La Commissione permanente LSDP riconobbe inoltre i rapidi e profondi cambiamenti prodotti su ogni tipo di biblioteca dall'introduzione delle tecnologie dell'informazione e dei sistemi di automazione.
Venne fondato un gruppo di lavoro ristretto per:
L'obiettivo finale era usare queste informazioni per sviluppare una nuova edizione delle Linee guida per i servizi bibliotecari ai detenuti che potesse essere utilizzabile nella prima decade del XXI secolo. I risultati dell'indagine sono stati incorporati nella presente edizione.
Le società moderne, man mano che, in sintonia con la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite, adottano pratiche di giustizia penale e di detenzione più umane e illuminate, spostano la loro attenzione dalla punizione all'educazione, alla riabilitazione e all'uso costruttivo del tempo. La biblioteca di conseguenza diventa una parte importante dell'ambiente carcerario, grazie al suo sostegno ai programmi educativi, ricreativi e riabilitativi. La biblioteca carceraria garantisce inoltre un livello di "normalità" in un ambiente altamente regolato, essendo un posto dove gli individui sono liberi di fare le loro scelte e impegnarsi in attività autonome. La biblioteca regala una finestra sul mondo esterno e può fornire molte informazioni utili a coloro che si preparano alla scarcerazione.
Una persona in stato di reclusione non rinuncia al diritto di imparare e accedere all'informazione, e la biblioteca carceraria dovrebbe offrire risorse documentarie e servizi paragonabili alle biblioteche del mondo "libero". Le restrizioni d'accesso alle dotazioni librarie e all'informazione dovrebbero venire imposte soltanto quando sia certo che tale accesso costituisca un pericolo per la sicurezza del carcere.
Le biblioteche carcerarie dovrebbero emulare il modello della biblioteca pubblica, al tempo stesso fornendo risorse per i programmi educativi e riabilitativi del carcere e per altre specifiche necessità carcerarie, ad esempio la documentazione giuridica. Una particolare attenzione dovrebbe essere riservata alle necessità dell'utenza multiculturale e multilinguistica. La biblioteca carceraria dovrebbe offrire ai detenuti la possibilità di sviluppare le abilità di lettura e scrittura, perseguire gli interessi personali e culturali e la formazione continua. La biblioteca dovrebbe fornire risorse per tutte queste attività.
Numerosi documenti, avallati a livello internazionale, costituiscono la base per l'istituzione ed il sostegno dei servizi bibliotecari ai detenuti:
In buona parte dei paesi del mondo la maggior parte degli individui che costituiscono le popolazioni carcerarie ha un limitato bagaglio sia di istruzione che di competenze sociali e non provengono da ambienti sociali dove la lettura è un'occupazione frequente o popolare. A dire il vero, si è scoperto che un numero significativo di detenuti ha un basso livello di alfabetizzazione e di abilità utili a fini occupazionali. Pochissimi sono stati utenti regolari di biblioteche pubbliche o accademiche durante le loro vite "fuori".
Ciò che la persona in stato di reclusione legge dipende dalla qualità e dalla pertinenza della raccolta bibliotecaria. Con personale qualificato, una raccolta di opere che rispondono ai bisogni educativi, ricreativi e di riabilitazione dei detenuti, ed uno spazio fisico invitante, la biblioteca può costituire una parte importante della vita carceraria e dei programmi per i detenuti. La biblioteca rappresenta anche un'importante "linea di comunicazione vitale" con il mondo esterno. Può essere uno strumento di gestione efficace per l'amministrazione del carcere perché contribuisce a ridurre l'ozio ed incoraggia un uso costruttivo del tempo. Da ultimo, la biblioteca carceraria può essere la risorsa informativa vitale che fa la differenza tra il fallimento o la riuscita all'esterno del carcere per un ex-detenuto appena scarcerato.
1.1. Queste linee guida sono applicabili a tutti gli istituti nei quali gli individui vengano tenuti in regime di detenzione. Questi istituti possono essere intesi come carceri, istituti per persone in attesa di giudizio, carceri minorili, istituti psichiatrici giudiziari o altri tipi di istituzioni amministrate da autorità penitenziarie. Le linee guida si applicano sia alle istituzioni per gli adulti che a quelle per i minori.
2.1. Le autorità penitenziarie nazionali e/o locali dovrebbero provvedere allo sviluppo di linee di indirizzo politico scritte, relative alla fornitura dei servizi bibliotecari. Queste linee di politica bibliotecaria dovrebbero dichiarare esplicitamente sia il fine istituzionale e gli obiettivi che le fonti di finanziamento e le responsabilità amministrative relative ai servizi bibliotecari. Le linee di indirizzo dovrebbero essere basate su leggi e regolamenti bibliotecari pertinenti e venire regolarmente riviste e aggiornate.
2.2. Le linee di indirizzo della biblioteca carceraria dovrebbero servire come base per lo sviluppo di procedure bibliotecarie locali, occupandosi di argomenti come le operazioni giornaliere e gli orari di apertura, la selezione delle risorse documentarie, la catalogazione/il trattamento, le donazioni, la circolazione e l'accesso alle collezioni, l'inventariazione e lo scarto, il rispetto del diritto d'autore, la raccolta di dati statistici, la dotazione di personale, la programmazione di bilancio, i servizi ai lettori, la revisione delle linee di indirizzo e l'uso dei computer/della tecnologia dell'informazione.
2.3. Poiché l'autorità amministrativa e finanziatrice per le biblioteche carcerarie varia da paese a paese (ministero della giustizia, consiglio municipale o di contea, biblioteca pubblica o sistema bibliotecario, ministero della cultura o dell'istruzione ecc.) ed in alcuni casi sono numerose entità governative a condividere questa autorità/ responsabilità, è importante che sia posta in essere una qualche sorta di contratto/accordo legale che delinei i contributi di ciascuna delle parti e i livelli di fornitura del servizio.
2.4. è fortemente consigliabile che la biblioteca sviluppi e realizzi un piano a lungo termine (3-5 anni). Il piano dovrebbe essere basato su una valutazione esaustiva dei bisogni della popolazione di utenti. Esso includerà una dichiarazione del fine istituzionale ed una descrizione del/i ruolo/i principale/i della biblioteca all'interno dell'istituto (ad es.: risorsa per lettura ricreativa, centro di supporto ai programmi educativi, risorsa per lo studio individuale e la formazione continua, centro culturale, centro di informazioni su carriere e lavoro, centro di documentazione giuridica). Inoltre, il piano dovrebbe includere finalità, obiettivi misurabili, strategie per raggiungerli e metodi di valutazione. Il piano dovrà venire appoggiato dall'amministrazione penitenziaria.
2.5. è utile condurre ogni 3-5 anni una valutazione dei risultati dell'attività della biblioteca per assicurare la conformità alle politiche e alle procedure e per misurare l'efficacia dei servizi.
3.1. L'accesso alla biblioteca ed ai suoi servizi dovrebbe essere garantito a tutti i detenuti, indipendentemente dal regime di detenzione a cui sono sottoposti e dalla loro collocazione all'interno del carcere. L'accesso ai servizi bibliotecari dovrebbe venir limitato solo nel caso di documentate infrazioni al regolamento della biblioteca.
3.2. I detenuti senza limitazioni di movimento all'interno della struttura dovrebbero avere la possibilità di visitare la biblioteca ogni settimana per periodi sufficientemente lunghi a selezionare ed esaminare i documenti, fare richieste di reference, fare richieste di prestito interbibliotecario, leggere le opere escluse dalla circolazione e partecipare alle attività culturali organizzate dalla biblioteca.
3.3. Gli orari di apertura dovrebbero essere coordinati con i programmi educativi e con gli incarichi lavorativi, in modo da ridurre al minimo le sovrapposizioni di orario.
3.4. Ove ai detenuti venga concesso di lasciare la struttura per ragioni di lavoro o di studio, dovrebbero essere stabiliti accordi che permettano loro di frequentare la biblioteca locale, pubblica o universitaria che sia.
3.5. I detenuti in stato di isolamento (ricoverati in ospedale, in custodia protettiva, nel reparto punitivo ecc.) dovrebbero avere accesso ad un catalogo (a stampa o in formato elettronico) della raccolta della biblioteca carceraria e dovrebbe essere loro consentito richiedere documenti della raccolta principale e attraverso il prestito interbibliotecario.
3.6. In ogni reparto di isolamento dovrebbe trovarsi in deposito una raccolta di almeno cento libri scelti tra titoli recenti e "di consumo" o due libri a detenuto (il numero maggiore dei due). Questa raccolta verrà variata almeno una volta al mese. Ogni detenuto dovrebbe essere in grado di sfogliare e scegliere almeno due titoli a settimana dalla raccolta in deposito.
3.7. Ammettendo l'impossibilità di venire incontro a tutti i bisogni di lettura e informazione di fronte ad una popolazione interna diversificata dal punto di vista culturale e linguistico, la biblioteca carceraria dovrebbe far parte di un sistema di prestito interbibliotecario regionale o nazionale.
3.8. La biblioteca carceraria dovrebbe osservare le leggi e i regolamenti esistenti che prescrivono come si debba svolgere il servizio per gli utenti con disabilità fisiche o cognitive. Tali requisiti possono riguardare tanto l'accesso fisico all'edificio/spazio bibliotecario quanto l'accesso alle risorse documentarie e all'informazione in formati alternativi, non a stampa, attraverso apparecchiature adattative e speciali soluzioni e servizi esterni[6].
4.1. Nei moderni istituti carcerari lo spazio specifico occupato dalla biblioteca dovrebbe essere specificamente progettato per l'uso bibliotecario, il flusso di lavoro e la funzionalità. Nelle strutture più vecchie, affinché la biblioteca funzioni con efficienza, può rendersi necessaria una ristrutturazione. Durante il processo di pianificazione dovrebbero essere consultati specialisti in progettazione di biblioteche. L'efficacia e il successo dei servizi di biblioteca sono in larga parte in relazione con un ambiente fisico accogliente e confortevole.
4.2. La biblioteca dovrebbe essere situata in una posizione centrale all'interno del complesso carcerario, preferibilmente vicino o all'interno dell'area pedagogica. La biblioteca dovrebbe essere facilmente accessibile per il maggior numero di detenuti possibile, ed anche per le persone con disabilità fisiche.
4.3. La biblioteca dovrebbe costituire uno spazio separato e protetto. La progettazione dovrebbe tener conto di:
4.4. Lo spazio sul piano della biblioteca sarà sufficientemente ampio per consentire lo svolgimento delle attività degli utenti, delle funzioni del personale e per immagazzinare ed esporre i materiali, inclusi:
4.5. L'area dei posti di consultazione/studio dovrebbe essere sufficientemente grande per ospitare almeno il 5% della popolazione del carcere o il numero massimo di reclusi ammessi alla biblioteca. A ciascuna seduta, inclusi tavoli e corridoi, verranno riservati 2.5 metri quadrati.
4.6. L'area riservata alla scaffalatura dovrebbe ammontare a 15 metri quadrati ogni 1000 volumi.
4.7. L'area di lavoro per il personale dovrebbe ammontare a 9 metri quadrati a persona.
4.8. L'ufficio della Biblioteca dovrebbe essere di almeno 9 metri quadrati.
4.9. Il 5% dello spazio totale della biblioteca dovrebbe essere riservato ad "usi speciali" per particolari tipi di arredamento ed apparecchiature (postazioni di ricerca su catalogo computerizzato o cartaceo, scaffale per dizionari ed atlanti, computer per gli utenti, macchine da scrivere, fotocopiatori, mostre di arte o di altri media).
4.10. Gli arredi e le attrezzature dovrebbero essere selezionati in base alla loro efficienza, al comfort, alle qualità estetiche, alla facilità di manutenzione e alla durevolezza. Essi verranno disposti confor-memente ai regolamenti di sicurezza. Poiché la biblioteca cresce e ha bisogno di cambiare si raccomandano mobili modulari per garantire la necessaria flessibilità.
5.1. La biblioteca carceraria dovrebbe far uso nella misura più ampia possibile di tecnologia dell'informazione aggiornata/recente, compatibilmente con le esigenze di sicurezza della prigione.
5.2. La biblioteca dovrebbe implementare un sistema catalografico e di circolazione automatizzato che usi un database in un formato internazionale standardizzato (MARC 21).
5.3. è caldamente raccomandato che gli utenti abbiano accesso a computer con software multimediale a scopi informativi, pedagogici e ricreativi.
5.4. Il personale bibliotecario avrà accesso ad Internet ed alla posta elettronica per poter rispondere a richieste di informazione, compiere ricerche su cataloghi di biblioteche su web, comunicare con altri bibliotecari e con i fornitori, seguire lezioni a distanza e partecipare al prestito interbibliotecario.
5.5. Dove la sicurezza della rete telematica del carcere lo consenta, ai detenuti verrà concesso l'accesso ad Internet, sotto supervisione, per scopi educativi e di recupero, così come per la pianificazione del proprio reinserimento nella società dopo la scarcerazione.
6.1. Tutte le biblioteche carcerarie, indipendentemente dalla dimensione, dovrebbero essere supervisionate/gestite da un bibliotecario professionista con le necessarie qualifiche e abilità acquisite attraverso un titolo di studio universitario in biblioteconomia o un equivalente diploma di scuola speciale.
6.2. Tutte le prigioni con una popolazione superiore a 500 unità dovrebbero avere un bibliotecario professionista a tempo pieno in sede. Le carceri con una popolazione superiore a 1000 unità dovrebbero impiegare due (2) bibliotecari a tempo pieno. Le prigioni più piccole possono ridurre il numero di ore durante le quali la biblioteca è presidiata da un bibliotecario professionista nel modo seguente:
Popolazione dell'Istituto | Ore del bibliotecario professionista |
0-300 | 24 |
301-499 | 30 |
6.3. A seconda delle necessità dell'istituto dovrebbe venire impiegato del personale aggiuntivo. Il numero totale delle unità di personale varierà secondo le dimensioni della popolazione carceraria e dei seguenti fattori:
6.4. Tutto il personale della biblioteca dovrebbe possedere le necessarie qualifiche professionali e tecniche per fornire all'utenza servizi a erogazione diretta e supporto operativo.
6.5. Il personale della biblioteca dovrebbe essere conscio dei molti e complessi bisogni informativi delle persone in stato di reclusione e dovrebbe possedere le necessarie capacità umane e relazionali per lavorare efficacemente in un ambiente carcerario.
6.6. [7]
6.7. Il personale della biblioteca può dipendere dall'autorità carceraria, dal sistema bibliotecario locale, da una biblioteca universitaria o da un'istituzione culturale.
6.8. Gli stipendi e le indennità dei bibliotecari carcerari dovrebbero essere paragonabili a quelli dei bibliotecari pubblici con simili qualifiche e responsabilità o a quelli corrisposti dai datori di lavoro per simili posizioni professionali.
6.9. Al personale della biblioteca dovrebbe essere data la possibilità di partecipare attivamente alle organizzazioni professionali e di frequentare programmi di aggiornamento professionale e di formazione continua.
6.10. Il personale di biblioteca dovrebbe estendere il servizio a tutti i reclusi senza discriminazione e dovrebbe rispettare la privacy degli utenti della biblioteca.
6.11. La prigione può impiegare in biblioteca dei collaboratori scelti tra i reclusi. Queste persone dovrebbero venire selezionate secondo la loro abilità, esperienza e familiarità con le operazioni e le procedure bibliotecarie.
6.12. In biblioteca si possono impiegare anche volontari. Queste persone non dovrebbero venire impiegate in luogo del personale regolarmente stipendiato ma dovrebbero fornire un supporto aggiuntivo e la possibilità di avviare programmi speciali, secondo le necessità.
6.13. Sia per i reclusi che per i volontari dovrebbe venir svolto un ampio programma di orientamento e di tirocinio.
7.1. L'agenzia/autorità responsabile della biblioteca carceraria dovrebbe assicurare che la biblioteca venga finanziata come voce di bilancio autonoma e riceva stanziamenti annuali per far fronte a spese per salari, risorse documentarie, abbonamenti, attrezzature, tecnologia dell'informazione, forniture di beni, servizi forniti da terzi, recapito dei prestiti interbibliotecari, partecipazioni a reti/consorzi, formazione del personale e tariffe per l'accesso a basi di dati.
7.2. Il piano a lungo termine della biblioteca (vedi 2.4) dovrebbe servire da base per il bilancio annuale.
7.3. Il bilancio della biblioteca dovrebbe essere pianificato e amministrato dal direttore della biblioteca.
7.4. Il personale bibliotecario dovrebbe preparare un rapporto annuale dell'attività che documenti in dettaglio le spese, le statistiche sulle attività della biblioteca e i risultati dei programmi.
7.5. Il bilancio annuale per l'acquisto delle risorse documentarie dovrebbe essere calcolato utilizzando una delle due formule seguenti:
7.6. Il bilancio per l'acquisto della dotazione documentaria per l'avvio di nuove biblioteche dovrebbe essere sufficiente a costituire almeno il 50% della dotazione prevista a regime. Oltre al bilancio regolare dovrebbero essere allocati fondi annuali aggiuntivi per quattro anni consecutivi, per permettere alla raccolta di raggiungere la dimensione ottimale entro cinque anni.
8.1. Le raccolte della biblioteca dovrebbero includere pubblicazioni a stampa e in altri formati per venire incontro ai bisogni informativi, educativi, culturali, ricreativi e riabilitativi della popolazione carceraria. Dovrebbe essere inclusa un'ampia varietà di pubblicazioni correnti a stampa e non, simili a quelle che si possono trovare in una biblioteca pubblica o scolastica.
8.2. Le raccolte della biblioteca dovrebbero essere regolarmente potenziate con nuove acquisizioni selezionate dai bibliotecari professionali. Gli acquisti programmati possono essere aumentati da donazioni, se i titoli donati corrispondono alle necessità della biblioteca.
8.3. Il prestito interbibliotecario dovrebbe essere utilizzato come completamento della raccolta della biblioteca e non come alternativa ad uno sviluppo programmato delle raccolte.
8.4. Le raccolte della biblioteca dovrebbero essere gestite e mantenute secondo standard professionali, esposte in modo efficace e promosse attivamente.
8.5. Le risorse documentarie dovrebbero essere selezionate secondo un progetto/politica di gestione delle raccolte basato sulla composizione demografica della popolazione carceraria. Il progetto/politica di gestione delle raccolte dovrebbe definire chiaramente che non verrà applicata alcuna censura nella selezione delle risorse documentarie, eccetto nella circostanza in cui sia noto che un singolo titolo/documento provochi una minaccia alla sicurezza del carcere. Il progetto/politica terrà conto:
8.6. I criteri di selezione dovrebbero includere, ma non limitarsi a:
8.7. La biblioteca dovrebbe sforzarsi di sviluppare una collezione "bilanciata" che rappresenti un'ampia gamma di idee e punti di vista. I criteri al punto 8.6 non dovrebbero venire utilizzati per escludere documenti particolari che possano essere invisi a certi gruppi della popolazione.
8.8. Le risorse documentarie ricevute tramite donazioni dovrebbero essere sottoposte agli stessi criteri di selezione di quelle acquistate.
8.9. Le raccolte della biblioteca dovrebbero includere le seguenti tipologie di documenti (nella lingua locale e in altre lingue, secondo necessità):
8.10. Per venire incontro alle necessità dei detenuti che non possono usare le pubblicazioni a stampa convenzionali (incluse le persone con disabilità fisiche o cognitive e coloro con difficoltà di lettura e di apprendimento) dovrebbero essere rese disponibili risorse in formati alternativi e in numero sufficiente. Esse possono essere integrate attraverso i servizi di prestito interbibliotecario.
8.11. Il numero delle opere che costituisce una raccolta minimamente "adeguata" varierà in base a molti fattori, incluse le dimensioni della popolazione carceraria, il livello/i livelli di custodia, il numero dei fondi decentrati, la durata media della carcerazione, i programmi di lavoro e di formazione disponibili, il numero delle visite settimanali alla biblioteca, e la gamma dei programmi/attività offerti in biblioteca. Mentre si prendono in considerazione tutti questi fattori, un'indicazione generica per una biblioteca a pieno servizio è di possedere al minimo le seguenti dotazioni documentarie (i documenti più richiesti saranno resi disponibili in copie multiple):
8.12. Tutte le risorse documentarie della biblioteca dovrebbero essere classificate e catalogate secondo standard nazionali e/o internazionali. Se fosse disponibile l'accesso a basi di dati bibliografiche, i dati catalografici dovrebbero essere ottenuti da tali fonti, eliminando così la necessità di una catalogazione interna.
8.13. Le risorse documentarie dovrebbero essere conservate in buono stato, dovrebbero recare un'etichetta con la collocazione ed essere custodite in maniera organizzata in modo che vi si possa accedere liberamente e facilmente.
8.14. Si consiglia caldamente un sistema automatizzato di catalogazione e circolazione, in modo da aumentare le capacità di ricerca, gestire la raccolta e rendere conto del suo uso.
9.1. L'ampiezza e il livello dei servizi bibliotecari ai reclusi dovrebbero essere basati su un profilo demografico della popolazione carceraria e sul piano a lungo termine della biblioteca (vedi 2.4). I servizi agli utenti dovrebbero includere, ma non essere limitati a:
9.2. La biblioteca dovrebbe fornire ai reclusi ad elevato indice di vigilanza servizi paragonabili a quelli forniti alla popolazione generale (vedi anche 3.4 e 3.5).
9.3. La biblioteca dovrebbe organizzare e sostenere una varietà di attività e di programmi che promuovano la lettura, l'alfabetizzazione e le occupazioni culturali. Tali programmi forniscono opportunità per un uso del tempo creativo e per una migliore qualità della vita. Inoltre essi aiutano ad accrescere le abilità sociali e ad aumentare la stima in se stessi. Le autorità carcerarie dovrebbero rendersi conto che i reclusi che sono impegnati in occupazioni produttive verosimilmente causeranno meno problemi e disturbi. Esempi di attività bibliotecarie interessanti e di rilievo sono:
Non tutte queste attività possono essere adatte a tutti i tipi di carcere. Gli eventi sostenuti dalla biblioteca saranno compatibili con il fine istituzionale generale della prigione e saranno approvati dall'amministrazione.
10.1. Il personale della biblioteca carceraria dovrebbe tenere aperta una comunicazione a due vie con gli utenti della biblioteca e accoglierne i suggerimenti. Si raccomanda di condurre regolarmente delle indagini sulla soddisfazione degli utenti. La credibilità della biblioteca verrà enormemente aumentata se i suggerimenti degli utenti verranno messi in pratica tempestivamente.
10.2. Si dovrebbero fare sforzi aggiuntivi per comunicare con le persone che parlano lingue straniere, poiché questi detenuti possono avere difficoltà nel partecipare alle attività formative della prigione.
10.3. Il personale della biblioteca dovrebbe cercare di collaborare con le altre unità organizzative carcerarie offrendo supporto e risorse. Il personale della biblioteca può aumentare l'importanza della biblioteca agli occhi dell'amministrazione prendendo parte ai programmi interdisciplinari, ai comitati consultivi e ai progetti speciali. Gli educatori e il personale di trattamento dovrebbero essere incoraggiati a portare gruppi di reclusi in biblioteca.
10.4. Si raccomanda di istituire un comitato consultivo del carcere con rappresentanze provenienti da un ampio spettro di unità organizzative interne al carcere, come anche di gruppi di reclusi. I membri del comitato potranno agire come portavoce per la biblioteca e potranno essere molto utili nel fornire feedback al personale della biblioteca.
10.5. I bibliotecari carcerari spesso si sentono isolati nel loro lavoro e privati di regolari contatti con i loro colleghi "fuori". Questo isolamento può essere spezzato diventando parte di una "rete" professionale, partecipando a gruppi di discussione in Internet, abbonandosi a newsletters, frequentando seminari e laboratori professionali, contribuendo alla letteratura professionale e tenendo lezioni per gli studenti delle scuole di biblioteconomia.
10.6. Il personale della biblioteca può promuovere l'uso della biblioteca e delle sue collezioni in molti modi. Metodi efficaci per portare le persone in biblioteca possono includere la pubblicazione e l'ampia distribuzione di un opuscolo sulla biblioteca e la partecipazione del personale bibliotecario all'orientamento per i nuovi arrivati.
10.7. Oltre a sostenere le attività in biblioteca (vedi 9.3) il personale e i reclusi addetti alla biblioteca possono preparare:
10.8. La biblioteca può anche aumentare il numero delle visite annue fungendo da centro per la distribuzione delle comunicazioni da parte dei servizi sociali della comunità e agendo da riferimento per le organizzazioni esterne di supporto.
[1]Le persone "istituzionalizzate" sono coloro che sono costrette a vivere per periodi di tempo più o meno lunghi in istituti come ospedali, carceri ecc. [N.d.T.].
[2]Adottate a Ginevra il 30 agosto 1955, durante il primo United Nations Congress on the Prevention of Crime and the Treatment of Offenders [N.d.T.], ultima consultazione: 5 maggio 2007.
[3]La Carta del lettore: un manifesto internazionale, "Biblioteche oggi", 11 (1993), n.5, p. 72-75 [N.d.T.].
[4]Manifesto Unesco sulle biblioteche pubbliche, "AIB notizie", 7 (1995), n. 5, p. 1-2, traduzione di Maria Teresa Natale, , ultima consultazione: 5 maggio 2007 [N.d.T.].
[5]Consiglio d’Europa, Education in prison, ultima consultazione: 5 maggio 2007 [N.d.T.].
[6]Per indicazioni specifiche, vedi Birgitta Irvall – Gyda Skat Nielsen, Access to libraries for persons with disabilities: checklist, IFLA Professional Report, n. 89, 2005, ultima consultazione: 5 maggio 2007. Per la traduzione italiana si veda a p. 139 del presente volume.
[7]Punto mancante nella numerazione dell’originale [N.d.T.].
[8]Si riferisce agli spelling contests, un’attività molto comune nel mondo anglosassone [N.d.T.].
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Gli autori desiderano ringraziare i membri della Commissione Permanente della Sezione Libraries Serving Disadvantaged Persons per i loro preziosi commenti e suggerimenti sul contenuto di questa pubblicazione. Sinceri ringraziamenti anche ai molti bibliotecari che da più di 25 paesi hanno risposto al questionario sullo stato delle biblioteche carcerarie e sulla legislazione ad esse relativa nei loro paesi.
Le informazioni fornite hanno permesso agli autori di avere una visione dall'interno delle molte sfide che ancora attendono i bibliotecari che lottano per istituire servizi di lettura ed informazione per i detenuti che scontano pene in condizioni che vanno da quelle dure e punitive a quelle più umane e a scopo riabilitativo. Dopo aver esaminato le molte risposte, gli autori si sono convinti ancor più della necessità della pubblicazione di questa nuova e riveduta edizione delle linee guida per le biblioteche carcerarie.
Infine, gli autori manifestano il loro vivo ringraziamento agli altri membri del gruppo di lavoro sulle linee guida per le biblioteche carcerarie, Birgitta Irvall e María José Lòpez-Huertas Pérez, che hanno compiuto ricerche sulla letteratura e hanno generosamente contribuito con commenti critici e suggerimenti.
Copyright AIB
2009-05, ultimo aggiornamento 2009-06-04,
a cura di Ilaria Fava.
URL: <https://www.aib.it/aib/cen/ifla/lsn.htm>